Parliamo di "Franciacorta DOCG"
FRANCIACORTA E' UN TERMINE CHE VUOL DIRE MOLTO
Pensate che in Europa sono solo 3 le denominazioni il cui termine identifica contemporaneamente un vino, un territorio di produzione ben definito e un preciso metodo di Produzione: si tratta di “Champagne”, “Cava” e “Franciacorta”, 3 icone del metodo classico nel panorama internazionale.
Se bevo un Franciacorta, sottintendo che ho in mano un calice di spumante metodo Classico che ha sostato sui lieviti per almeno 18 mesi (per la versione base) ed è stato prodotto in 18 comuni della provincia di Brescia: 2000 ettari in tutto.
SIETE MAI STATI IN FRANCIACORTA?
Alle colline vitate si alternano affascinanti oliveti: un colpo d’occhio decisamente mediterraneo!
Il territorio della Franciacorta infatti gode dell’influenza mitigatrice del lago d’Iseo che crea un microclima unico all’interno della Pianura Padana.
Pensate che in Europa sono solo 3 le denominazioni il cui termine identifica contemporaneamente un vino, un territorio di produzione ben definito e un preciso metodo di Produzione: si tratta di “Champagne”, “Cava” e “Franciacorta”, 3 icone del metodo classico nel panorama internazionale.
Se bevo un Franciacorta, sottintendo che ho in mano un calice di spumante metodo Classico che ha sostato sui lieviti per almeno 18 mesi (per la versione base) ed è stato prodotto in 18 comuni della provincia di Brescia: 2000 ettari in tutto.
SIETE MAI STATI IN FRANCIACORTA?
Alle colline vitate si alternano affascinanti oliveti: un colpo d’occhio decisamente mediterraneo!
Il territorio della Franciacorta infatti gode dell’influenza mitigatrice del lago d’Iseo che crea un microclima unico all’interno della Pianura Padana.
DAL DISCIPLINARE NON SI SCAPPA
Il Franciacorta, per potersi fregiare di questo nome, deve attenersi a regole molto rigide. Possono concorrere alla produzione del Franciacorta principalmente 3 uve: Chardonnay, Pinot nero e Pinot Bianco, vendemmiate solo a mano.
L'UVA PROTAGONISTA?
Lo Chardonnay, che viene impiegato per l’80% dell’intera produzione, un’uva capace di regalare longevità, eleganza e un peculiare bouquet aromatico.
SOLO IN FRANCIACORTA TROVIAMO IL SATEN.
Dissipiamo tutti i dubbi su questo termine.
Dal 1989 possiamo trovare nell’etichetta di un Franciacorta la menzione Satèn. Si tratta di un Franciacorta prodotto esclusivamente con uve a bacca bianca (niente pinot nero!) e dotato di una sovrapressione inferiore (4-4,5 atm anziché 6).
Senza entrare nei tecnicismi del tiraggio, sappiate che il Satèn ha bollicine più delicate e meno invadenti. Un Franciacorta quindi con perlage tenue, con note fruttate più marcate e dunque dotato di maggiore morbidezza: definiamolo “Setoso”.
UNA CURIOSITA'?
Satèn suona “francese” ma di francese non ha nulla. Questo termine infatti deriva da un’espressione dialettale locale che significa “seta”.
Effettivamente la Franciacorta era ed è tuttora una zona di importanti setifici. “Setoso” quindi è l’aggettivo più consono per la descrizione di uno spumante di questi tratti.
NON MI RESTA CHE SUGGERIRVI COME GUSTARVELO.
Vada pure per un aperitivo “impegnato”, non certo adatto per il pic-nic en plain air.
E’ uno dei pochi calici che puoi gradire a tutto pasto: versatile ma di carattere!
SERVE QUALCHE IDEA?
Stuzzicate l’appetito con un crostino burro e acciughe, passate ad un risottino zucca e gamberi e concludete in bellezza con una frittura di pesce. Non servirà cambiare calice.
Per un abbinamento non convenzionale: Franciacorta (anche nella versione Rosè) e Pizza margherita.
Cin Cin!